BASILICA CATTEDRALE - visita dell'interno seconda parte
Anche nella navata sinistra vi è una successione di altari che di
seguito descriviamo.
- Il primo della Madonna delle Grazie,
costruito in marmo policromo. In luogo della pala vi è,
in alto, un piccolo dipinto della Vergine con Bimbo,
attribuito secondo lo storico Lucio Doglioni (1816) a Gaspare
Diziani (Belluno 1689-1767) mentre certa letteratura indica
come autore Agostino Ridolfi (sec XVIII).
Ai lati dell'altare due belle statue di scuola lombardesca che raffigurano
San Lucano e San Joatà.
San Lucano è detto l'apostolo delle Dolomiti,
perché passò gran parte della sua vita in queste regioni
a diffondere la religione tra gli abitanti ancora pagani, da vecchio
si ritirò eremita in una grotta delle Dolomiti agordine (430
- 440). Il suo esempio di vita venne tramandato nelle nostre vallate
e per questo fu scelto quale protettore della città e patrono
minore.
San Joatà era un soldato romano, ricco e di
sangue nobile, cavaliere volontario nell'Africa settentrionale, sottoposto
al martirio della ruota coltellata nel 294 in Cirenaica, le sue reliquie
vennero portate a Belluno dal vescovo Teodoro.
- Il secondo è l'altare dedicato a S.Anna, la pala è opera pregevole
di Dall'Olio Egidio (1735) e rappresenta la Sacra Famiglia,
Vergine con Bimbo tra i santi Gioacchino, Anna, Giuseppe ed
il piccolo Battista.
Qui si apre la porta laterale che dà sul sagrato.
- Il terzo è l'altare di San Carlo, con la pala. "I grandi santi della controriforma" di Gaspare Diziani, pittore bellunese del settecento, discepolo di Sebastiano Ricci (sec. XVIII).
- Ultimo altare della navata, quello di San Paolo eretto nel
1709 per adempiere al voto fatto dal Consiglio dei nobili dopo il terremoto
del 1709, presenta una pala del Diziani (Belluno 1689 - Venezia 1767)
raffigurante la conversione di San Paolo. Le due statue
lignee degli evangelisti Matteo e Marco disposte ai lati della pala
sono di Valentino Panciera Besarel.
Uscendo per la porta laterale che conduce alla sacrestia (a fianco
dell'altare di San Paolo), un' elegante scalinata coperta da una volta
a botte porta alla Cripta, ricavata dall'antico bastione su cui venne
innalzata l'abside della basilica nel suo ultimo rifacimento.(B.Zanenga)
L'attuale struttura architettonica risale ai lavori di ricostruzione
effettuati dopo il terremoto del 1873, essa è illuminata da quattro
ampi finestroni. Qui troviamo degni di nota sia la mensa dell'altare
(tomba del capitano bellunese Guadagnino Avoscano, signore dell'agordino,
morto intorno al 1335) e il soprastante polittico con
raffigurati i miracoli di San Martino.
Il sarcofago è di marmo dorato e di porfido, da notare la ricchezza dei fregi ornamentali e la bellezza delle figure (la Vergine e il bimbo, la famiglia Avoscano, gli apostoli Pietro e Paolo) in alabastro di stile gotico.
Il polittico ligneo è di grande valore pittorico, fu attribuito al pittore bellunese Simon da Cusighe, ma fino ad ora nessun documento o giudizio di esperti lo può avvalorare; sembra più probabile che sia opera o di un pittore veneziano del sec.XV: un certo Giovanni da Rimini o di un seguace di Antonio Vivarini.Nella grande formella centrale raffigura San Martino che dona il mantello al povero.
Le altre otto formelle illustrano episodi della vita del Santo.
Sotto il polittico vi sono quattro formelle lignee con la vita del Battista
e sopra, nel timpano, la raffigurazione dell'Eterno padre, opera del
pittore bellunese Nicolò De Stefani sec.XVI.
Queste sono aggiunte posteriori di limitato valore.
Risalito lo scalone si esce sul sagrato al lato sud della Basilica dove
si trova la torre campanaria e da dove si gode una bellissima vista
sul Piave.
Le foto della pagina sono state effettuate dallo Studio De Santis e tratte dal libro di Flavio Vizzuti "La cattedrale di Belluno"