Piazza dei Martiri o Campedel
Un tempo ... il primo è un particolare del dipinto del 1710 di Piazza Campedel di un anonimo: si notino le mura ceh avevano ancora la loro importanza. Il secondo è un particolare del dipinto ad olio di Alessandro Seffer (1901) "Concerto bandistico in Piazza Campitello", la Piazza si presenta come era alla fne dell''800. Infine
Raggiungiamo ora Piazza dei Martiri (o
Campedel), d'impostazione rinascimentale (sono comunque
presenti edifici di epoche diverse), oggi punto d'incontro e salotto
dei bellunesi.
Qui si svolgevano le attività pubbliche della città (esercitazioni,
mercati, fiere, tornei, parate, raduni), fin dall'antico Campo di Marte
di origine romana. Sebbene si sia chiamata per più di un secolo
la piazza del Papa, o Piazza Gregorio XVI in onore del papa bellunese,
ed oggi si chiami Piazza dei Martiri, in memoria dei quattro
partigiani impiccati dai nazisti il 17 marzo 1945 sui lampioni al centro
della piazza, per i bellunesi rimane de sempre Piazza Campedèl
(Piazza Campitello perchè indicava l'area dove si tenevano
fiere e parate al di fuori delle mura che cingevano il centro della
città romana e medievale)
L'angolo
S-O ove un tempo sorgeva il castello permette una vista
sulla valle del Piave verso Feltre.
Lungo il lato sud, al posto delle case, sorgevano le mura della
città; all'estremità ovest v'era la torre del castello. Queste
mura rimasero in piedi fino al secolo XVIII quando, dopo il
riempimento del fossato, cominciarono ad essere demolite per la costruzione
degli edifici. Fino al 1620, nessun passaggio nelle mura, che si trovava
invece al centro (Porta Ussolo, da "ussiolo"
cioè piccola porta, chiamata nel 1865 Porta Dante), oltre che
ad est (la già visitata porta Dojona - unica via agibile da
nord per tutto il Medioevo).
A differenza degli edifici lungo il lato sud della piazza, come visto
posteriori al '700, quelli sul lato nord cominciarono
ad esser costruiti a partire dal 1400, soprattutto nel 1600.
Dalla base della torre nord alla linea curva dei palazzi il raggio misura
92 metri: questo permetteva alle batterie di sparare in difesa senza
recar danno alle cose, i bombardamenti sarebbero avvenuti su quello
che oggi corrisponde al giardino ed al Liston.
La grande Fotana circolare (vedi foto sopra), con la vasca del diametro di 16 metri, riporta 69 stemmi dei comuni che formano la provincia di Belluno
La chiesa (a sinistra nella foto sopra, segue sulla
destra il Caffè Manin col la grande tenda verde e poi il palazzo
della Cassa di Risparmio), di aspetto rinascimentale in pietra
bianca di Castellavazzo, fu costruita nel 1530 in onore del Santo patrono
e guaritore degli appestati, essendo stata la città colpita da tale
flagello. L'edificio fu aperto al pubblico nel 1561, affidato ai Padri
Cappuccini prima, poi alla Congegazione di San Rocco ed infine al Demanio.
Fu restaurata nella seconda metà dell'ottocento..
All'esterno, sotto il portico, due affreschi datati 1564 con la Trinità
e i SS. Rocco e Sebastiano, sulla destra, e i SS. Cosma e Damiano a
sinistra. All'interno, da segnalare il tabernacolo dell'altare maggiore
dello scultore Valentino Panciera Besarel (1829-1902); dietro
l'altare il dipinto "Assunzione" forse di Cesare Vecellio.
L'altare di sinistra presenta una tela con S.Giovanno Bosco di Luigi
Cima (1860-1944).
A
lato dell'edificio della Cassa di Risparmio (costruito
nel 1947-50 dall'arch.Alpago Novello), il palazzo Cappellari della
Colomba, ad angolo con via Carrera, opera dell'architetto feltrino
Giovanni Segusini, venne eretto nel 1835 dal nipote del papa Gregorio
XVI.
Superata via Carrera, continuando verso piazza Vitt.Emanuele, si trovano
dei palazzi molto interessanti, sistemati nel 600 (ad eccezione del
palazzo ad angolo con via Carrera, del 800, e Palazzo Doglioni-al civico
57- del '500).
Per visitare la parte nord est della città, è necessario imboccare via
Carrera, che conduce alla Contrada Santo Stefano, che noi raggiungeremo
passando per Piazza Vittorio Emanuele e via Roma.