Il medioevo
Dopo la caduta di Roma, anche Belluno visse le vicende delle invasioni
barbariche che cambiarono senza dubbio il volto della città.
Visigoti, Vandali, Eruli, gli Unni di Attila, gli Ostrogoti di
Teodorico.
Alla morte di Teodorico, nel 553 d.C. Belluno divenne bizantina.
I Bizantini nel bellunese continuano la costruzione delle opere difensive
iniziate da Teodorico, perché consapevole del pericolo longobardo.
Infatti, nel 568 i Longobardi presero Belluno, giungendo dal Friuli, e proseguirono verso la pianura occupando le terre del Vicentino e del Veronese. Essi fortificarono ulteriormente Belluno, ritenuta base importante di partenza contro i Bizantini che li minacciavano dal mare e contro i Franchi che provenivano da nord-ovest.
Quando Bellunum divenne, sotto il regno Longobardo, sede di "Sculdascia"
(circoscrizione amministrativa longobarda: controllava i vari agglomerati
sparsi sul territorio basati sulle "Fare o decanie", insediamenti
di dieci famiglie), si edificò sul lato nord, in posizione avanzata
rispetto al "vallum" romano, un primo rudimentale castello
(forse un semplice bastione), detto appunto, all'uso longobardo, Dongione
o Motta. Questi nomi rimasero l'uno per indicare il tenutario del
castello e della porta (i Doglioni), l'altro per il luogo d'intorno
(la piazzetta antistante)." (Mario Dal Mas, PRA: Storia di
un borgo, Unione Artigiani della Provincia di Belluno, Belluno 1978).
Secondo i nostri storici, in questo periodo la vita civile sembra ritrovare un certo equilibrio: la romanizzazione e la conversione al cattolice permettono, anche a Belluno, una facile convivenza e la compenetrazione delle due popolazioni. Le molte testimonianze della lunga permanenza longobarda a Belluno sono rimaste nella toponomastica (Farra, etc. ), nella lingua e nei reperti archeologici.
"Sembra certo che Belluno, con le contermini città del Friuli,
abbia a lungo resistito all'invasione dei Franchi, a fianco dei Duchi
Longobardi, prima di accettare la sovranità di Carlo Magno."
(B. Zanenga).
I Franchi, per indebolire i Ducati troppo forti e troppo estesi, divisero
il territorio in contee e marche e si appoggiarono ai Vescovi più
che ai nobili troppo potenti. Il primo vescovo-conte investito di potere
sui possedimenti della Chiesa bellunese fu un certo Aimone nell'882.
Con l'affermarsi del governo aristocratico del Vescovo-Conte, si delineò
la città medioevale con castello, cinta di mura, porte e torri;
di questo periodo restano pochi rilevamenti archeologici, ma numerose
antiche stampe.
Nello stesso periodo, si organizzarono anche gli spazi interni: la
piazza del Duomo con la chiesa e il palazzo dei Vescovi (ora Auditorium);
la piazza del mercato (l'attuale Piazza delle Erbe), antico centro medioevale
degli affari; i quartieri intorno alle case della piccola nobiltà
locale; il sistema viario con l'asse principale nord-sud di via Mezzaterra.
Quasi un secolo dopo, Giovanni II, un Vescovo bellicoso, fortificò
la città e ne allargò il dominio su le terre della pianura. Si
posero così le basi della futura evoluzione comunale che giunse
a compimento nel Duecento, con la nomina della figura del Podestà.
Nel periodo dei Vescovi-Conti (precisamente nel 1196), durante una delle
ricorrenti guerre con Treviso, fu composta una canzone militare di vittoria
che gli storici della letteratura affermano essere "il primo documento
poetico del nuovo volgare: il "Ritmo bellunese" che riportiamo
nella recente trascrizione di Giambattista Pellegrini:
De Castel d'Ard av li nost bona part.
I lo getàtut intro lo flum d'Ard.
Sex cavaler de Tarvis li pui fer
Con sé dusé li nostre cavaler."
(B.Zanenga)
Nel periodo successivo, fino a quando la città non si diede spontaneamente
a Venezia (1404), Belluno subì continue invasioni da parte delle
città contermini o da parte di potenze straniere: Ezzelino da
Romano (Treviso), gli Scaligeri (Verona), i Da Carrara (Padova) ed i
Visconti.
In tale situazione di alterne vicende politiche, il governo della città
si fece instabile.