Veduta di Belluno nel 1690, olio su tela di Domenico Falce (1619-1697))
Dipinto in onore a Giannantonio Boldù, Podestà di Belluno

Nel dipinto sono ben visibili le antiche mura settentrionali e quelle meridionali intervallate da una serie di piccole torri, equidistanti secondo una misura determinata dal tiro delle balestre e archibugi. 
Alle due estremità della cortina settentrionale si notano il torrione rotondo detto detto il "Doglione" (ad est) ed il Castello turrito ad ovest, edificato, secondo il Piloni, nel secolo X dal Vescovo Giovanni. Nella disposizione regolare delle vie sembra di poter riconoscere ancora l'impianto a scacchiera della città romana. 

In primo piano, ai piedi dei "piai" che circondano la città appare il Borgo di "San Nicolò della Piave"; dalla torre posta ad ovest della porta Rugo, la via scende e unisce il Borgo alla sua città. La strada forma poi una biforcazione: da una parte risale i "piai" per Sotto Castello, dall'altra scende alla Piave e passando davanti alla chiesa di S.Nicolò(1361)giunge al ponte sul fiume. E' del 1388 la prima notizia dell'esistenza di un ponte in legno, quando i bellunesi chiedono ai Carraresi di intervenire per la ricostruzione del ponte crollato sotto la furia della piena della Piave. Questo ci dice che il ponte suddetto non fu il primo ad unire le due rive.

L'altra strada importante che partiva dalla città  (e visibile nel dipinto) scendeva da Rivizzola al Pra, dall'altra parte del promontorio, passava il ponte della "Paglia" sull'Ardo risaliva e portava in Cadore.

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