Sebastiano Ricci
SEBASTIANO RICCI TRA LE SUE DOLOMITI. OPERE E ITINERARI
Un percorso attraverso le opere e i luoghi d'origine
del pittore bellunese a 350 anni dalla nascita
30 Aprile – 29 Agosto 2010
L'inaugurazione si svolgerá venerdí 30 aprile alle 18.00 presso la Chiesa Di San Pietro di Belluno
BELLUNO - Chiesa di San Pietro, Museo Civico, Palazzo Crepadona
FELTRE – Museo Diocesano di Arte Sacra
Il grande ingegno di Sebastiano Ricci, forse il primo autentico virtuoso della pittura del XVIII secolo
- bellunese di nascita, veneziano d'adozione e assolutamente cosmopolita nell'animo e nell'attività - trova testimonianza importante
nelle opere, di altissimo livello, realizzate tra le sue Dolomiti.
Le celebrazioni per i 350 anni della nascita dell'artista, con l’istituzione di un apposito comitato da parte della Regione del Veneto,
non potevano non coinvolgere dunque anche la sua città natale e il territorio bellunese, dando modo di ammirare ora queste opere
in un itinerario di grande suggestione tra Belluno e Feltre
- promosso dal Comune di Belluno, Città di Feltre, Diocesi di Belluno e Feltre, Provincia di Belluno,
Soprintendenza PSAE per le Province di Venezia, Padova, Belluno e Treviso, con il patrocinio della Regione del Veneto,
il fondamentale sostegno di Fondazione Cariverona e il contributo di Enel -
con soluzioni allestitive e approfondimenti tematici studiati per le diverse sedi espositive coinvolte.
“Il Bellunese – sottolinea l’assessore alla cultura del Comune di Belluno, Maria Grazia Passuello, in occasione della conferenza stampa della mostra Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano in Fondazione Cini – rende omaggio, dopo le mostre dedicate a Tiziano e Brustolon, ad un altro grande artista, Sebastiano Ricci, attraverso un itinerario capace di far conoscere al pubblico non solo il valore della sua opera
ma anche l’eccellenza e la ricchezza storico-artistica del territorio che gli ha dato i natali”.
I capolavori creati dal Maestro per la cappella Fulcis, il “camerino” di palazzo Fulcis e per la bella villa Belvedere, si potranno così ammirare
a Belluno in tre sedi: nella Chiesa di San Pietro, nel Museo Civico - ove rimane esposta la spettacolare tela mistilinea con la Caduta di Fetonte,
accompagnata da un accurata ricostruzione virtuale, visibile a video, del camerino Fulcis nel cui soffitto era collocata l’opera -
e, infine, nello spazio del “cubo” di Palazzo Crepadona.
Qui le ampie dimensioni permettono di godere la visione dei notevoli dipinti di Sebastiano provenienti dal Museo Civico, da collezione privata e dalla chiesa parrocchiale di Fregona -
insieme ad alcune tele dell’allievo bellunese Gaspare Diziani, che soprattutto nell’Estasi di San Francesco risentì fortemente della sua lezione,
e alla suggestiva proiezione - a una distanza che consente di ammirarne a pieno la straordinaria forza pittorica - del Fetonte.
Da segnalare, oltre agli altri due dipinti del Ricci del ciclo di Palazzo Fulcis – Ercole al bivio e Ercole e Onfale – anche
l’intrigante Testa di Samaritana, unica testimonianza dell’altrimenti perduto ciclo ad affresco di Villa Belvedere, affiancata al disegno preparatorio restaurato per l’occasione.
L’importante gruppo di pale e dipinti del grande belluense provenienti dalla Certosa di Vedana (a Sospirolo), realizzati intorno al 1704 - 1706
potranno invece essere ammirati a Feltre presso il bellissimo Museo Diocesano d’Arte Sacra, dove
saranno anche esposti due notevoli sanguigne del Ricci provenienti dal Seminario Gregoriano di Belluno e - nella sala settecentesca del mezzanino,
per la prima volta visibili insieme - i quattro dipinti ovali realizzati, tra il 1719 – e il 1722, per la cappella della Sacra Famiglia nella Villa Fabris - Guarnieri di Tomo (Feltre):
due del Ricci, uno di Federico Bencovich e uno di Angelo Trevisani .
Anche in questo caso due interessanti e pregevoli opere di contesto di Gasare Diziani e Luca Giordano provenienti dal Santuario dei SS. Vittore e Corona di Anzù (Feltre)
Un itinerario dunque tra due città di grande fascino paesaggistico e interesse storico-artistico, quattro sedi, 30 opere.
Un viaggio assolutamente unico per riscoprire nelle sue terre un artista
capace di liberarsi dalla remore secentesche e d'imporre a Venezia e in Europa un gusto nuovo e apertamente roco, con i "suoi effetti vivaci, scintillanti, garruli di luce e di colore" - ma anche di aprirsi, partendo dalla sua Belluno al mondo e di essere dunque – come ha dichiarato il Sindaco di Belluno Antonio Prade -
“locale e globale, bellunese ed europeo, frequentatore di miti e di storie universali”.
“Un esempio.. perché occorre aprire la mente e lo spazio che frequentiamo e questo avviene soprattutto con le idee e con le arti".
Riportiamo (col permesso dell'autore) le pagine che il Prof. Augusto
Da Ponte ha dedicato al nostro pittore nel suo libro: Belluno.
Storia arte cultura civiltà.
Sebastiano Ricci nasce a Belluno nel 1659.
Intraprende, giovanissimo, la professione di pittore. Prima è a
Venezia alla bottega del Cervelli, successivamente presso il Mazzoni.
Sebastiano proviene da una famiglia di umili origini. Pur dimostrando
grandi capacità tecniche,
si capisce subito che per l'artista bellunese la pittura è uno strumento
per raggiungere le più alte vette della
scala sociale che riesce molto presto a conquistare. È proprio grazie ad
una serie di conoscenze importanti che Sebastiano ottiene numerosi
incarichi. Il primo gli viene affidato a Parma dove lavora con diversi
aiuti nel palazzo del Giardino di Parma, quindi a Piacenza dove realizza
un affresco e poi a Roma dove dipinge la decorazione del soffitto del
palazzo Colonna, trovando dimora presso la famiglia Farnese.
Il carattere
piuttosto instabile ed esuberante dell'artista lo porta a spostarsi
continuamente da una località all'altra. È quindi
a Firenze, a Milano, in Austria, in Germania, in Francia. Si reca anche
in Inghilterra, dove lavora con il nipote Marco Ricci. Nel 1716 ritorna
definitivamente a Venezia dove muore nel 1734.
È a Belluno verso la fine del Seicento o i primi anni
del Settecento per eseguire
le decorazioni del palazzo de Bertoldi e successivamente
della villa di Belvedere, di cui oggi rimane solo un frammento. Sebastiano
Ricci, a Belluno, riceve anche l'incarico dal conte Pietro Fulcis di
realizzare tre tele per l'omonima Cappella della Chiesa
di S. Pietro. Queste
ultime opere dell'artista e soprattutto la pala con la "Conversazione
della Madonna con S. Pietro e S. Giovanni Evangelista",
segnano il passaggio ad un cromatismo più vivace, con tinte più chiare e
vibranti.
Sebastiano Ricci, all'inizio della sua carriera, risente
dell'influenza di artisti come i Carracci e il Correggio ed è proteso alla
rappresentazione di soggetti di carattere religioso e mitologico di
impostazione cinquecentesca.
La conoscenza dell'impostazione scenografica
di Piero Da Cortona e la luminosità di
Paolo Veronese saranno determinanti per la sua successiva produzione,
che gli consentirà di creare una pittura dove l'estro decorativo e la fantasia
si mescolano per dare vita a dei lavori di squisita fattura rococò.
La tavolozza si arricchisce di una luminosità sempre più intensa, le sue
composizioni si fanno sempre più aperte con "l'impennarsi audace delle forme
nello spazio". La sua linearità è sempre più dinamica, nervosa, spezzata.
L'opera "La caduta di Fetonte" era collocata sul soffitto di una stanza
del palazzo De Bedoldi in Piazza Vittorio Emanuele, assieme ad altri
lavori dello stesso artista. In quest'olio Sebastiano Ricci ci racconta
il mito di Fetonte che, ottenuto il permesso di guidare il carro del
sole, condusse, inesperto della guida, il carro fuori rotta e corse
il rischio di incendiare la superficie terrestre. Perciò Zeus lo punì fulminandolo
e Fetonte cadde nei pressi della foce dell'attuale fimne Po. In
quest'opera sono presenti le caratteristiche fondamentali della maturità di
Sebastiano Ricci. Colpisce soprattutto l'effetto scenografico utilizzato per
il racconto di un mito classico. La figura di Fetonte, i cavalli,
il carro sono tutti clementi rappresentati con grande senso di forza
e di potenza, non c'è niente
di trascendentale che ricordi la pittura precedente. Le immagini,
pur nella massima ricerca formale, vibrano di una luce con continui
contrasti chiaroscurali. La contorsione delle figure e i continui
richiami luminosi danno una completa sensazione dell'avvenimento:
la consapevolezza che tutto stia precipitando rapidamente. "Sebastiano Ricci
in quest'opera ha acquisito una scioltissima libertà sintattica, per cui
si può dire che
questo soffitto costituisca la prima prova veramente barocca del Seicento
veneziano".
Opere in provincia di Belluno:
- Sugli altari della Certosa troviamo due tele di Sebastiano Ricci, "Il
battesimo di Gesù" e " Madonna col Bambino tra San Bruno
e San Ugo", notevoli per freschezza e grazia di composizione .
- Testa di Donna, 1718, frammento di affresco, Belluno, Museo
civico
- "Conversazione della Madonna con S. Pietro e S. Giovanni
Evangelista"
Cappella Fulcis della Chiesa di S. Pietro