La festa della Madonna Addolorata o Sagra dei fisciot
La
processione della Madonna Addolorata si deve alla congregazione
religiosa dei Servi di Maria che dopo essere giunti a Belluno ed essere
riusciti a far costruire, a partire dal 1468, la chiesa di Santo Stefano,
allestirono all'interno di questa, una cappella dedicata al culto dei
dolori della Vergine. Dal 1716 ebbe inizio a Belluno la processione della Madonna Addolorata,
o della “Madonna dei 7 dolori", che si svolge due domeniche prima
di Pasqua. La statua della Vergine porta al centro un cuore trafitto
da sette spade, forse simboleggianti i maggiori dolori ai quali tutta
l'umanità è soggetta.
Questa processione inizialmente partiva da S. Stefano, attraversava piazza
"Campitello", proseguiva per il borgo Tiera (l'attuale via Garibaldi)
e giungeva fino all'Arco: una struttura architettonica (ora distrutta)
eretta in onore dell'Imperatore Massimiliano d'Austria, nei luogo ove
si trova oggi il piazzale Marconi.
Qui la processione si fermava per dar modo alle monache Cistercensi del
convento di San Gervasio di vedere la Madonna, venerarne la statua e “godere
anche lo spettacolo che si svolgeva".
Tutto questo era inizialmenle possibile in quanto dall'Arco Trionfale
fino a San Gervasio non esistevano costruzioni,ma c'era soltanto un grande
spazio verde.
Quindi si proseguiva tornando indietro dal borgo Tiera, si scendeva per
piazza Castello, si giungeva in piazza del Duomo, si risaliva per via
Mezzaterra, piazza delle Erbe, via Rialto, "Pont delle cadene",
(così era anticamente chiamata la porta Doiona, per le catene che
sostenevano il ponte levatoio) e si giungeva nuovamente in Santo Stefano.
Il simulacro della Madonna era seguito dal vescovo, dal Podestà.
dal "Consiglio dei Nobili", dalle corporazioni d'arte e quindi
dal popolo. Il rituale della processione cambiò con la fine della
dominazione a Belluno della Repubblica di Venezia.
Una documentazione del 1856 descrive così il cerimoniale. In testa
alla processione c'era un portatore con il Crocefisso che veniva prelevato
dalla chiesa di S. Stefano, seguivano i gonfaloni dei vari quartieri,
diversi stendardi con immagini di Santi e altre reliquie, quindi il simulacro
della Madonna e successivamente numerose donne con il cero, militari e
altra gente.
Fino a tutto il 1800 e anche oltre, la statua della Vergine ha rappresentato
un simbolo civico oltre che religioso. In diverse momenti questo simulacro
è stato visto come protettore della città di Belluno.
Nei grandi momenti di difficoltà. nei periodi di grandi carestie,
pestilenze, terremoti, guerre. la processione veniva ripetuta e la statua
della Madonna restava esposta nella Cattedrale finché l'evento
drammatico terminava, dando quindi la possibilità ai fedeli di
"approfondire le loro preghiere”.
Questa processione ha avuto recentemente delle difficoltà, ci sono
state contestazioni a livello del clero locale, tuttavia la manifestazione
ha continuato a svolgersi anche se le autorità clericali della
Cattedrale hanno ritirato ufficialmente la loro adesione.
Da alcuni anni questo rito, che era rimasto solo a carattere religioso
ha riacquistato il carattere laico e gli si é affiancata una vera
e propria festa, chiamata popolarmente "La sagra dei fisciot''.
(Augusto Da Ponte)